La storia di Netflix ha inizio il 29 agosto 1997, giorno in cui Marc Randolph e Reed Hastings, a Scotts Valley, California, fondano la società. Marc Randolph era stato vicepresidente di un’azienda che produceva software e co-fondatore di MicroWarehouse, una società che si occupava di corrispondenza di computer. Reed Hastings, matematico e scienziato informatico, aveva venduto la propria società, la Pure Atria, dove lo stesso Randolph aveva collaborato come direttore marketing, ad una società di software per l’astronomica cifra di 700 milioni di dollari. Dopo questa piccola premessa sui due fondatori, vediamo come nasce l’idea di creare questa piattaforma streaming che noi tutti usiamo quotidianamente.
La nascita di Netflix viene fatta risalire ad un episodio alquanto singolare che vede protagonista uno dei due fondatori, Reed Hasting. Quest’ultimo, vedendosi costretto a pagare una penale di 40 sterline a Blockbuster per aver restituito con qualche giorno di ritardo una videocassetta del film Apollo 13 inizia a pensare ad una soluzione alternativa al colosso della distribuzione statunitense.
Inizialmente l’oggetto della sua idea sono i nastri VHS ma presto si rende conto che non rappresentano l’articolo più adatto in quando costosi da impacchettare e delicati da inviare, per cui decide di investire sui DVD, un mercato ancora poco sviluppato all’epoca. Nell 1998 Netflix disponeva di circa 30 dipendenti e basava la propria attività principalmente sulla vendita o noleggio di DVD mettendo a disposizione dei suoi utenti una serie di film (circa 950 DVD disponibili) che venivano consegnati direttamente a casa ad un prezzo concorrenziale entro pochi giorni lavorativi. Questo servizio si chiamava Kibble e nel giro di pochi anni diventò una solida realtà tanto da contribuire a portare il rivale Blockbuster alla bancarotta nel 2010. La beffa è che solo dieci anni prima l’amministratore delegato di Blockbuster aveva rifiutato di acquistare Netflix per 50 milioni di dollari, un quinto del suo attuale valore.
Qualche anno più tardi i due fondatori, Marc Randolph e Reed Hastings, prima di altri concorrenti tra cui Amazon e Apple, pensano ad un nuovo modello di business, che preveda non solo il noleggio ma anche il servizio streaming e download a pagamento.
La vera e propria svolta avviene però nel 2007, quando viene lanciato il servizio Watch Now, che permette agli utenti di guardare film, serie e programmi tv istantaneamente direttamente sul proprio computer o smartphone. In base al piano di abbonamento sottoscritto gli utenti godevano di un periodo di prova gratuito di 18 ore, dopodiché era necessario sottoscrivere un abbonamento a pagamento. Questo tipo di servizio streaming inizialmente era aggiuntivo, quindi pensato esclusivamente per gli utenti che erano abbonati al servizio di noleggio per posta. Alla fine del 2007 gli abbonati alla piattaforma erano quasi 8 milioni con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente.
La storia di Netflix, tuttavia, non fu sempre rose e fiori. Nel 2011, Reed Hastings ebbe l’infelice idea di separare il servizio streaming neo creato da quello del noleggio di DVD che prese il nome di Qwuikster. La separazione dei due servizi comportava anche quella degli account degli utenti che avrebbero dovuto avere due profili diversi e abbonarsi a due piani tariffari separati. Questa scelta non venne vista di buon occhio da parte del pubblico dei fruitori e presto ebbe ripercussioni sul numero degli abbonati, con circa 600 mila utenti persi e il valore della società in netto calo. Nonostante questo brusco stop, Reed portò avanti la sua idea continuando a tenere separati i due servizi, ma ben presto, dopo un continuo calo e un costante e pressoché unanime malcontento da parte degli utenti, fu costretto a tornare sui suoi passi abbandonando l’infelice idea Qwikster.
Ma i problemi non finiscono qui, infatti nel gennaio del 2017 viene introdotta un’importante funzione, quella di download, che però causa alcuni problemi legali alla società statunitense. In particolare, una piccola società intenta un’azione legale per violazione di un brevetto. La società in questione è la Blackbird Tech, conosciuta come società patent troll, cioè piccole società che non hanno un’attività particolare se non quella di detenere la proprietà di alcune brevetti e citare in causa tutto coloro che li utilizzano in maniera impropria. E così fu per Netflix e altre importanti piattaforme come Soundcloud e Vimeo. Ma i guai non terminano qui, infatti al termine del 2017, Netflix commette un altro errore, questa volta più grossolano del precedente, generando ira e perplessità fra i suoi clienti. Il tutto parte da un tweet proveniente dalla sua pagina ufficiale che, in maniera del tutto ironica, si rivolgeva a 53 utenti che avevano guardato ogni giorno una commedia natalizia, tale Christmas Price. Questo tweet generò molte reazioni negative poiché veniva messo in risalto come Netflix monitorasse le attività dei suoi spettatori con preoccupanti ripercussioni per quanto concerne la loro privacy.
Tuttavia, nonostante questi incidenti di percorso, la crescita di Netflix nel corso degli anni é stata esponenziale, con un’espansione che l’ha portata a diventare protagonista assoluta in ogni Paese del mondo, eccezion fatta per Siria, Crimea, Corea del Nord e Cina. Probabilmente nessuno dei due founder si aspettava un successo di questa portata, soprattutto se pensiamo alle origini e alle difficoltà incontrate nel corso degli anni. Oggi Netflix offre un servizio di streaming di altissimo livello con contenuti sempre nuovi e personalizzati e con una produzione massiccia sempre crescente di film e serie tv originali.